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Il BAMBINO CON DOP E LE SUE CARATTERISTICHE

I vostri bambini litigano spesso, non rispettano le richieste degli altri entrando in sfida? Sono aggressivi, vendicativi, arrabbiati con adulti e compagni, intolleranti alle regole, provocatori e oppositivi tanto da deridere il prossimo quando vengono sfidati? Sono bambini che potrebbero avere un DOP.


Il Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) viene descritto nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, DSM- 5 (APA, 2014), nella categoria dei “Disturbi da comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta”.


Bambini le cui condizioni comportano difficoltà nel controllo delle emozioni e nell’autoregolazione del comportamento. I sintomi devono manifestarsi tutti i giorni per almeno sei mesi per bambini al di sotto dei 5 anni e almeno una vota a settimana nei casi di esordio oltre i 5 anni, i comportamenti rilevanti ci sono tra i 6 e gli 8 anni, si evidenziano nella Scuola Primaria.


Atteggiamenti oppositivi si possono notare di più nel rapporto con l'autorità, con adulti e coetanei che il bambino conosce bene, tanto da agire come vuole e con maggiore libertà, poiché vivendo un legame di fiducia sembra non dare peso alle conseguenze, poiché sa che l'altro non lo lascerà pur sgridandolo, sembra provare ostilità verso i richiami, è vendicativo, sente poco interesse per gli stimoli, ha piacere nel mettere alla prova l'altro per valutarne l'apice della tolleranza ed empatia.


Il bambino con DOP affronta le relazioni come una gara che ha bisogno di vincere, non dobbiamo mai dimenticare che dietro ogni sua modalità c’è un disagio emotivo che va considerato per poterlo aiutare a stare meglio. Le cause dei bambini con DOP possono essere ambientali, psicosociali o genetiche. Le reazioni manifestate sono esagerate, inadeguate al contesto e rispetto all’età di riferimento. In famiglia tali atteggiamenti determinano alti livelli di impotenza e stress genitoriale, con sentimenti di irritazione, negativismo rispetto al bambino, stanchezza, fatica e inadeguatezza.


Si vengono a creare situazioni disfunzionali in cui l’adulto ed il bambino entrano in competizione ed il rapporto diventa via via più teso e conflittuale, ma stiamo sfidando un bambino, e la sfida e la rabbia come la felicità, la tristezza e la paura sono emozioni che il bambino deve sperimentare nella sua fase di crescita psico-evolutivo, la differenza è che nel percorso di uno sviluppo psichico sano il bambino comprende quando fermarsi e riesce a contenere dopo il rimprovero l'emozione che lo turba. Ricordiamoci che siamo noi adulti che dobbiamo educare i bambini all’affettività è alle regole sociali appropriate, non sono soltanto loro a dover "ascoltare".


Il bambino con DOP può sperimentare difficoltà negli apprendimenti, mancata volontà e motivazione a studiare, basso valore di Sé, disagi emotivi con i compagni, litigi, rifiuto, isolamento e rischio di ritiro o abbandono scolastico precoce.

Queste condizioni abbassano fanno sentire il bambino vulnerabile e solo, aumentando la sua rabbia verso gli altri e l'adesione a gruppi di bambini simili a lui, che rinforzano il comportamento deviante.


- Accogliamolo, mostriamo un atteggiamento paziente per quanto difficile sia e se continua ignoriamo l’atteggiamento, spiegandone la motivazione, rimandando la giusta regola sociale ed emotiva.

- Osserviamo quando il suo comportamento sta per cambiare, in che momento accade e anticipiamo la sua frustrazione proponendo attività che possano rilassarlo e fargli sfogare la rabbia.

- Cerchiamo di insegnare al bambino comportamenti sostitutivi per esprimere la rabbia e le emozioni forti che lo turbano in modo socialmente appropriato.

- Poche regole, ma chiare, verbalizzate e dimostrate con le azioni tempestive.

- Gratificarlo se si comporta bene, aiutandolo a notare la differenza di vissuti positivi a livello percettivo sensoriale, emotivo, relazionale e ambientale.

- Lavoriamo in Rete, con la scuola, la famiglia e i professionisti competenti.


La diagnosi di Disturbo Oppositivo Provocatorio viene posta dopo una valutazione multidisciplinare, con il Pediatra, Neuropsichiatra Infantile e lo Psicologo/ Psicoterapeuta.

Il trattamento può prevedere farmacoterapia, parent e teacher training, percorsi di psico-educazione e psicoterapia.




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